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Il baffo: viaggio tra tradizione, cultura e potere

Il baffo è l’ornamento maschile per eccellenza, è il primo evidente cambiamento estetico nel percorso di crescita di un uomo.

Il baffo è l’ornamento maschile per eccellenza, è il primo evidente cambiamento estetico nel percorso di crescita di un uomo.

Compare inizialmente come peluria timida ai lati delle labbra palesando in modo eclatante il passaggio dall’infanzia alla pubertà.

Poi l’adolescente diventa uomo.

Simbolo di saggezza, forza e potere, iconograficamente sono lo status estetico caratteristico sia dei re che degli dei. Pensiamo a Zeus, sommo sovrano dell’Olimpo, oppure a Efesto dalle enormi spalle muscolose, chino a forgiare il metallo nelle viscere del vulcano con il proprio martello, o a Poseidone, dio del mare e dei terremoti, capace di modificare il flusso delle onde con il proprio volere…divinità barbute, con baffi che diventano un tutt’uno con la barba, in un aspetto che trasmette vigore, potenza, dominio, controllo.

Non sappiamo se questo stile iconico sia associato ad una trasandatezza imposta da difficoltà tecniche di rasatura oppure fosse volontario, ma questo è il lato affascinante della cosmesi, che si insinua e si instaura nella storia.

La storia del baffo

La prima immagine relativa ai baffi risale al 300 a.C.: viene ritratto un cavaliere sciita completamente rasato ma con i baffi. Dobbiamo considerare che la rasatura veniva praticata con pietre taglienti ma allo stesso tempo evidentemente era importante avere il giusto aspetto consono al sociale, per cui si accettava una pratica estetica anche se questa comportava seri rischi.

In ambito militare il baffo diventa una forma di comunicazione del proprio rango a partire dal XVII secolo e ad ogni stile era associato un rango oppure un paese. I baffi semplici e sottili erano di pertinenza esclusiva del soldato semplice, di rango inferiore. All’aumentare del volume e dello spessore dei baffi, e poi anche della barba, si associava la carica da maggiore a colonnello fino ad arrivare ai barbuti capi di stato maggiore.

Nel XVIII secolo a seguito dell’enorme sviluppo industriale che attraversa l’Europa entrano in commercio rasoi e pennelli da barba per cui la cura del proprio aspetto entra facilmente tra i bisogni sociali dell’alta borghesia e della nobiltà: si improntano le prime tecniche di rasatura e l’attenzione al baffo può avvalersi di strumenti che permettono precisione e cura del dettaglio.

Cura del proprio aspetto; l’uomo manifesta il proprio potere, ed il proprio patrimonio economico, attraverso l’aspetto curato di barba e baffi.

Parallelamente si sviluppano i primi saponi, in una produzione industriale foraggiata dall’edonismo dei potenti che vogliono mettere in mostra se stessi ed il loro potere.

Nel 1860 c’è una evoluzione importante per quanto riguarda i pennelli: si inseriscono setole di tasso e di cinghiale. Questo determina non solo la produzione di opere di inestimabile valore tra cui ad esempio le Ninfee di Monet costruite con toccature e pressioni di colore sulla tela, ma anche un ulteriore sviluppo di tecniche da bottega del barbiere.

Il baffo non è più sinonimo di esercito, guerra, battaglia e vittoria: ora è un vezzo dei nobili che vedono nel baffo un’arma di seduzione, poiché racchiude e manifesta il loro potere. Il baffo appartiene all’intellettuale, al proprietario terriero, al commerciante di stoffe pregiate, al collezionista di opere d’arte.

Il baffo “a manubrio” è l’emblema del seduttore che ammalia e conquista in camera da letto.

La produzione industriale continua imperterrita la sua corsa, oltre ai saponi si moltiplica la gamma dei cosmetici prodotti per la cura della persona. La competizione è enorme, i prezzi si abbassano, l’accesso all’igiene ed alla cura di sé è alla portata di tutti.

Nel 1949 viene lanciata sul mercato la schiuma da barba, e questo segna l’inizio di un nuovo percorso in ambito di skin-care ed hair-care.

Quest’ultimo è il percorso che più mi ha affascinato, e nel quale ho deciso di lavorare. Diventando barbiera e specializzandomi nell’hair-care uomo ho potuto viaggiare il mondo, conoscere molteplici stili, contestualizzarli in culture e contesti sociali diversi.

Nel baffo si inseriscono tradizioni, comunicazione ed integrazione, in un percorso che è fantastico per chi è curioso come me, poiché a noi barbieri pone sempre davanti novità da esplorare.

Federica Bacchi
Federica Bacchi

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