Vi racconterò di un progetto didattico nato in una scuola superiore di periferia. Un progetto che pone le basi nel legame profondo con la terra, con il rispetto del territorio. Una modalità didattica che ha generato entusiasmo negli studenti, che come una scintilla ha innescato la miccia della compartecipazione, della collaborazione, della condivisione. Un progetto educativo in cui con le mani si crea, con l’ingegno si propone al mondo e con la comunità si struttura in una realtà sempre più grande.
Dalla terra al barattolo, dalla scuola ai mercatini, dall’aula alla vita.
Marcella Granelli è la docente con cui ho avuto modo di dialogare. Lascio a lei la parola, il racconto di una esperienza formativa che avrei tanto desiderato vivere io stessa nella mia adolescenza e che mi ha fatto capire che il mondo può davvero migliorare.
“L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”
Nelson Mandela (Premio Nobel per la pace)
L’Istituto Professionale “Engardo Merli“
L’ Istituto Professionale “Engardo Merli” (ex-Villa Igea), sede distaccata dell’I.I.S. Codogno si trova nel Comune di Lodi e si sviluppa attorno all’Azienda Agricola Cascina “Iseppina”.
La nostra scuola ospita quattro indirizzi di studio: Agraria, Enogastronomia, Panificazione e Pasticceria-Arte Bianca; da alcuni anni diversi docenti delle materie di indirizzo lavorano ad un progetto di costruzione di una filiera agroalimentare tra gli indirizzi all’interno della scuola, con l’obiettivo di sincronizzare e legare il più possibile le attività didattico-laboratoriali di queste quattro anime.
Questo macro-progetto mira a coordinare l’attività pratica di produzione di ortaggi, frutta e aromatiche/officinali, svolta dall’indirizzo di Agraria, con le altre attività di trasformazione e valorizzazione gastronomica svolte dagli altri indirizzi. In questo modo si vuole arrivare a fornire a cucina e panificazione prodotti a km zero, riproducendo in scala scolastica le dinamiche di una vera e propria filiera agroalimentare.
Nel solco di questo obiettivo, proprio quest’anno la scuola sta terminando l’allestimento di un nuovo spazio laboratoriale, adibito alle trasformazioni agroalimentari. Visto però che i lavori in corso non ci consentivano ancora di usufruire di questo laboratorio per le attività di caseificazione, estrazione e birrificazione, quest’anno abbiamo pensato di proporre alla classe IV A del Corso di Agraria un’esperienza alternativa.
Il progetto “Dalla terra al barattolo”
Faccio una piccola premessa.
Il Corso di Agraria nell’Indirizzo Professionale è stato recentemente riformato con l’introduzione del Docente di Laboratorio Chimica sul corso di “Laboratorio di Biologia e chimica applicata ai processi di trasformazione“ (quest’anno vi è la prima classe quarta “riformata”). Il fatto di muoverci in “campo nuovo” ha consentito, entro certi limiti, di orientare la programmazione disciplinare anche sulla base degli interessi che gli studenti manifestano.
Con la collaborazione del prof. Luca Maccagni, collega e compagno di scuola ai tempi degli studi come Perito Chimico, ho pensato di sfruttare la mia preparazione di docente laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e dell’assistente tecnico Federico Candurro per proporre un intermezzo “cosmetico” alla programmazione didattica, solitamente incentrata più sulle trasformazioni agroalimentari.
Nell’ambito della trattazione degli oli, iniziata al termine del terzo anno di corso, si è proposto ai ragazzi di quarta la produzione di piccoli saponi solidi da olio di oliva, aromatizzati sia con piante officinali essiccate prodotte a scuola, sia con oli essenziali estratti dalle stesse piante.
La proposta era stata inizialmente accettata dalla classe con un po’ di scetticismo, ma l’entusiasmo (dentro e fuori la scuola) con cui sono stati accolti i primi risultati hanno trasformato quella che in origine doveva essere una semplice deviazione estemporanea, un piccolo intermezzo, in un nuovo e (molto) ambizioso progetto di filiera: “Dalla terra al barattolo”. Veder risvegliare negli studenti una curiosità che il Covid e la DAD sembravano aver sopito ci ha convinti a perseverare, amplificare e migliorare l’offerta, portandoci a dedicare a questo ambito molto più spazio del previsto.
Dall’esperienza coi saponi solidi, realizzati anche con olio esausto dalle fritture della cucina (previo passaggio sui carboni attivi), sono nati due “formulatori in erba”: gli studenti Labella Francesco e Villani Flavia. Per la loro dedizione questi due studenti sono diventati i capigruppo di riferimento delle produzioni e insieme ai compagni hanno sperimentato dapprima la preparazione dei saponi solidi a caldo e a freddo, per poi passare alla creazione di tre formulazioni per i saponi liquidi e tre formulazioni di burri mani, fino ad arrivare allo sviluppo (tuttora in corso) di balsami labbra, burro-cacao e scrub corpo.
Un successo inaspettato
Tutti coloro che hanno preso parte a questa esperienza sono stati sorpresi non solo dall’interesse dei ragazzi ma anche dalla curiosità e dall’attenzione di colleghi e persone esterne alla scuola. Il nostro Istituto diffonde via Instagram scampoli di vita quotidiana e proprio tramite Instagram abbiamo raccolto bellissime manifestazioni di entusiasmo attorno a questo progetto.
Grazie alle produzioni cosmetiche abbiamo potuto avviare anche alcune interessanti collaborazioni: a Febbraio, ad esempio, tramite la Docente Organizzatrice prof.ssa Maria Grazia Giordano abbiamo collaborato con un altro Istituto di Lodi – l’Istituto Tecnico “A.Bassi” – ospitando una delegazione Erasmus Internazionale per l’utilizzo dei nostri laboratori. Gli studenti ospitati, entusiasti dall’esperienza, sono tornati in patria portando con sé i nostri saponi.
Oltre a questo, ad Aprile, a Lodi abbiamo partecipato a “FAI- fiorire la città”, un evento organizzato e promosso dal Fondo per l’Ambiente Italiano dove – per la prima volta – le nostre piccole creazioni hanno visto la luce del pubblico, riscuotendo un interesse sorprendente. A seguito di questo evento siamo stati infatti contattati dagli organizzatori di un altro evento fieristico storico delle nostre zone: la Fiera di Primavera di Tavazzano (30esima edizione – 22 maggio 2022), che ci ha offerto uno spazio espositivo.
Rilancio del progetto
Di fronte a questo fermento non potevamo che ricalibrare l’entità del progetto. Per riuscire nell’intento il Prof. Giacomo Barlassina, responsabile dei laboratori didattici di coltivazione (Serra, Orto e Frutteto), ed i colleghi Valentina Crespi e Davide Lacchini, sono stati letteralmente fagocitati nella progettazione delle future attività necessarie alla coltivazione a scuola delle materie prime (essenze officinali ed aromatiche, piccoli frutti…).
Analogamente la nostra Dirigente, dott.ssa Antonia Rizzi, ha avallato lo sviluppo del progetto che continuerà negli anni, ma che già oggi ha consentito la messa a dimora di un nuovo lavandeto, l’ampliamento del piccolo roseto, l’avviamento della coltivazione di rosa canina, camomilla, calendula e altre piante aromatiche.
Entro l’anno verrà inoltre ultimata l’installazione dell’impianto di riscaldamento della serra didattica per poter coltivare in atmosfera protetta anche durante il periodo invernale, verrà terminato il nuovo sistema di microirrigazione a goccia delle coltivazioni di orto e serra ed infine verrà attivato il nostro impianto professionale per la distillazione di oli essenziali.
L’obiettivo è quello di arrivare a sviluppare internamente una gamma dei prodotti diversificata, sia mediante una maggiore capacità di produrre materie prime di qualità, sia mediante una migliore capacità di gestione dei processi di controllo sulla stabilità dei prodotti. Tutto questo grazie ad una maggiore interazione con le varie discipline di indirizzo del percorso di agraria.
Inclusività
Un altro aspetto interessante di questo progetto, già approvato in Collegio Docenti, è che ricerca un ampio coinvolgimento non solo verso le diverse discipline di insegnamento, ma anche verso tutti gli studenti della scuola, anche quelli più fragili.
Nello sviluppo delle dotazioni laboratoriali e delle attività si è ragionato infatti anche in termini di inclusività nei confronti anche dei nostri studenti più fragili. Alcuni passi in questo senso sono già stati fatti, ad esempio, con la collaborazione dell’indirizzo di Meccanica dell’Istituto “G. Ambrosoli” (altra sede dell’IIS Codogno) l’anno scorso è stato realizzato un prototipo di tavolo di coltivazione adatto ad un nostro studente con disabilità motorie.
E’ chiaro che un progetto didattico così ricco e articolato richiederà forse anni per venire pienamente realizzato, ma è un obiettivo che, con fierezza e dedizione, abbiamo deciso di perseguire. Certo, le risorse umane ed economiche che serviranno non saranno poche ma la volontà di proseguire è tale che ci permetterà di superare gli ostacoli, grazie anche al supporto della nostra associazione no-profit “Amici dell’istituto Merli” e alla partecipazione a bandi di finanziamento europei.
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