Tra i claims che vediamo spesso stampati sui cosmetici, troviamo spesso anche oftalmologicamente testato. Ma cosa vuol dire veramente? Un prodotto è più sicuro se è testato?
I cosmetici per il contorno occhi devono essere formulati con attenzione. Questa zona infatti è molto delicata per cui in fase formulativa è necessario considerare ogni minimo dettaglio per ridurre il rischio di irritazione.
Tra i prodotti dedicati al contorno occhi citiamo mascara, eyeliner, Kajal, creme e ombretti (in polvere o liquidi) ma non solo: anche i prodotti per il bagnetto dei bambini e gli shampoo possono arrivare alla zona perioculare e per questo motivo dovrebbero essere testati.
Come si svolge il test oftalmologico e a cosa serve
Un produttore ha il dovere di immettere in commercio un cosmetico sicuro, a maggior ragione se si parla di una zona delicata come quella perioculare.
Il test oftalmologico serve per valutare la compatibilità dei cosmetici al contatto con la zona perioculare: è un test in vivo, quindi fatto su volontari, che può essere condotto anche su portatori di lenti.
Questo test si effettua in laboratori predisposti in cui il test viene svolto su volontari e sotto il controllo di un medico: infatti per vantare questo claim, il prodotto deve essere valutato clinicamente da un medico oftalmologo.
Quest’ultimo deve valutare, rispetto a determinati parametri e tempi di osservazione, l’eventuale comparsa di eritema, edema e lacrimazione. Infatti questa analisi serve per definire la tollerabilità della mucosa perioculare al cosmetico.
L’analisi clinica non basta, per questa ragione vengono utilizzati anche dei questionari: i volontari, che utilizzano il prodotto per più giorni, devono riportare tramite autovalutazione le loro sensazioni ed eventuali effetti secondari riscontrati.
Un’alternativa: test in vitro
Esistono test alternativi che provano a valutare la sensibilizzazione della mucosa oculare, come ad esempio il test NRU: test di citotossicità in vitro.
Questo tipo di test però non rilascia un’analisi precisa del rischio, ma una stima, e non permette neanche di ottenere il claim oftalmologicamente testato.
Il test è obbligatorio?
Al contrario del challenge test (test che permette di valutare l’efficacia del sistema conservante di un cosmetico durante il periodo di produzione, stoccaggio, utilizzo da parte del consumatore) che viene condotto su tutti i prodotti immessi sul commercio, il test oftalmologico non è obbligatorio.
Essendo relativamente costoso (si parla di circa 2000 euro per ogni prodotto testato su 20 volontari sani e le cifre aumentano in caso di portatori di lenti a contatto e/o con occhi sensibili) alcune aziende preferiscono puntare su test in vitro validati.
In conclusione
Che sia in vitro o in vivo, i prodotti che entrano in contatto con gli occhi, volutamente o accidentalmente, devono essere testati.
Un test vale l’altro? No.
Un cosmetico che non riporta questo claim è meno sicuro? No.
Se abbiamo occhi sensibili o portiamo lenti a contatto dobbiamo stare più attenti? Be’, quello si, è un’attenzione in più che male non fa.
Dott.ssa Laura Di Maio, farmacista, master in Scienze dei prodotti cosmetici e dermatologici presso l’Università di Camerino, specialista in affari regolatori. Sogno nel cassetto: diventare una valutatrice della sicurezza.
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